lunedì 2 maggio 2011

La Romania aiuta l'UNHCR a evacuare rifugiati eritrei dalla Libia


Timisoara, 27 aprile 2011. Un contingente di 29 rifugiati eritrei provenienti dal campo profughi di Shousha in Tunisia ha raggiunto  durante la mattinata del 20 aprile scorso il Centro di Transito di Emergenza (ETC) di Timisoara, nella Romania occidentale. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha realizzato l'operazione di trasferiento umanitario in collaborazione con il governo romeno e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. I profughi saranno ora accolti presso il Centro di Transito di Emergenza per un periodo massimo di sei mesi, mentre saranno definite le sedi europee e non in cui essi saranno accolti con concessione di asilo politico. I migranti eritrei hanno testimoniato riguardo alla durissima detenzione e alle torture che hanno subito nella Libia di Gheddafi, dopo essere fuggiti dall'Eritrea in quanto perseguitati per la loro posizione di obiettori di coscienza. Alcuni di loro sono stati respinti dal governo italiano, mentre cercavano di raggiungere Lampedusa. Le testimonianze dei profughi riguardano anche numerosi episodi di abusi, stupri, maltrattamenti, sevizie e anche di omicidi che hanno colpito le famiglie eitree e subsahariane in Libia, dopo l'inizio della rivoluzione. Tali atrocità sarebbero state commesse sia dai lealisti che dai ribelli, mentre un diffuso clima di persecuzione razziale si sarebbe diffuso nell'attuale Libia, causando morti violente, aggressioni, espropri e saccheggi nei confronti di subsahariani, tacciati pretestuosamente di essere mercenari di Gheddafi dai ribelli, traditori dai lealisti. Centinaia di eritrei, etiopi, sudanesi, ivoriani e altri cittadini subsahariani sono scomparsi nel nulla, mentre alcuni campi profughi, come quello di Shousha, ne hanno accolti numerosi gruppi, sotto l'egida dell'UNHCR. Si stima che almeno 600 mila profughi abbiano raggiunto la Tunisia, l'Egitto e il Niger fuggendo dalla Libia. La Romania ha già collaborato negli anni scorsi con le Nazioni Unite, ospitando centinaia di profughi subsahariani che successivamente sono stati accolti dal Canada, dal Regno Unito, dai Paesi scandinavi, dall'Olanda e dall'Australia. 

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