venerdì 11 febbraio 2011

UNHCR

Briefing bisettimanale alla stampa

11 febbraio 2011

- SUDAN: NECESSARI AIUTI PER GLI SFOLLATI DOPO ESITO REFERENDUM

- EGITTO: AIUTI ECONOMICI E SUPPORTO MEDICO PER I RIFUGIATI

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SUDAN: NECESSARI AIUTI PER GLI SFOLLATI DOPO ESITO REFERENDUM

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta accelerando le sue attività a seguito dell’esito del referendum in Sudan reso noto questa settimana. Mercoledì a Ginevra si è tenuto un incontro con i donatori e sono stati richiesti 53,4 milioni di dollari per dare assistenza agli abitanti del Sud Sudan che faranno ritorno da Khartoum e da altre zone del Sudan settentrionale.

Negli ultimi tre mesi 200mila abitanti del sud hanno fatto ritorno dal nord del paese. Finora a Khartoum altri 75mila sfollati si sono registrati per rimpatriare. Le agenzie umanitarie hanno calcolato che durante quest’anno saranno circa 800mila gli abitanti del sud che faranno ritorno nella loro regione d’origine, il che aggiungerà maggiore pressione su una situazione umanitaria di per sé già estremamente fragile.

L’UNHCR è soprattutto impegnato a monitorare i bisogni di protezione che si presentano durante il viaggio, nei centri di transito e nelle aree di rimpatrio. Inoltre sta lavorando per facilitare il processo di reintegrazione, soprattutto nelle zone urbane e semi-urbane. L’Agenzia sta organizzando punti di ristoro lungo le maggiori vie di ritorno, fornendo acqua e servizi igienici, centri medici, strutture per l’accoglienza e per la sosta durante il tragitto.

Molti di coloro che faranno ritorno al sud sono stati via per decenni dalle loro case, altri sono nati e cresciuti nel nord e si dirigeranno in luoghi per loro totalmente nuovi. Molte persone riferiscono che la ragione del loro ritorno nel sud è la preoccupazione di avere problemi con l’assegnazione della cittadinanza qualora dovessero rimanere al nord. Sono comunque molti ad essere entusiasti di poter partecipare alla ricostruzione del Sud Sudan.

La maggior parte delle persone rimaste finora al nord stanno aspettando che la situazione di sicurezza si stabilizzi. E’ forte la preoccupazione di affrontare un viaggio verso sud passando attraverso aree dove la tensione nelle comunità locali o con l’Esercito è ancora alta. La scorsa settimana a Malakal, uno dei maggiori centri di rimpatrio, una rivolta ha provocato nove morti tra i civili, tra cui un funzionario dell’UNHCR John James Okwath, ucciso a soli 26 anni da uno scontro a fuoco. Anche se a Malakal sembra tornata la calma, la situazione rimane tesa.

Oltre ai problemi legati alla sicurezza, molti sfollati restano bloccati lungo la strada perché non hanno più risorse. Attualmente ci sono quasi 20mila persone ferme nei centri di partenza intorno a Khartoum, dove spesso mancano alloggi adeguati. In alcuni casi le persone hanno dovuto dormire all’aperto per quasi due mesi. Il governo del Sud Sudan ha chiesto aiuto all’UNHCR e ad altri attori umanitari per il trasferimento degli sfollati dai centri di partenza oramai congestionati.

EGITTO: AIUTI ECONOMICI E SUPPORTO MEDICO PER I RIFUGIATI

Ieri la Caritas, partner dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), ha avviato la distribuzione di aiuti economici e supporto medico ai rifugiati che si trovano al Cairo che in questo momento sono estremamente vulnerabili. Gli uffici della Caritas si trovano vicino a Piazza Tahrir, per questo la ONG Refuge Egypt ha offerto le proprie strutture che si trovano in una zona più accessibile.

In questo periodo tutti gli uffici ONU sono chiusi per ragioni di sicurezza, ma molti operatori dell’UNHCR continuano a lavorare da casa. Ed è già funzionale una linea telefonica di assistenza ai rifugiati. I numeri sono stati resi noti attraverso i social media, i network locali e le ONG. L’UNHCR ha incontrato le ONG partner per coordinare la ripresa dei programmi di protezione e assistenza entro questa settimana. Inoltre l’Agenzia è costantemente in contatto con 16 rappresentanti dei rifugiati per mettere a punto nuove strategie di aiuto a coloro che si trovano in difficoltà.

Da quando è stata aperta la linea telefonica di assistenza alla fine di gennaio, l’UNHCR ha ricevuto molte chiamate tra cui quella di una rifugiata somala disabile che stava fuggendo verso l’aeroporto. Lavorando con i leader delle varie comunità, l’Agenzia ha trovato una famiglia somala che si è presa cura di lei. Sono molti i casi in cui i rifugiati beneficiano della generosità degli egiziani e sono molte le famiglie che vivono presso di loro dopo che le proprie case sono state saccheggiate.

L’UNHCR comunica con i rifugiati attraverso le ONG partner, i rappresentanti dei rifugiati, la linea telefonica di assistenza e gli operatori sociali. Le informazioni riguardano principalmente i luoghi in cui si può trovare assistenza medica e i comportamenti da attuare in caso di emergenza.

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa -- 06 80212318 -- 06 80212315 Portavoce: Laura Boldrini -- 06 80212315 -- 335 5403194 www.unhcr.it

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