sabato 6 novembre 2010

Etiopia, milioni i malati di povertà Lotta a malaria e tubercolosi

Dal 9 al 12 novembre la comunità scientifica internazionale si è data appuntamento ad Addis Abeba e Makallè per presentare le esperienze sulle patologie infettive e dermatologiche. L'incontro organizzato dall'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti di VALERIA PINI MAKALLE' - E' una strage lontana, silenziosa. Le chiamano negleted diseases, malattie dimenticate. Sono la malaria, la tubercolosi, le gastroenteriti infantili e l'aids. In Occidente alcune di queste patologie fanno parte del passato, ma nei paesi poveri uccidono migliaia di persone. Basta pensare che ogni anno oltre cinque milioni di bambini, uomini e donne muoiono perché si ammalano di malaria o di aids; mentre la tubercolosi è letale per 1,7 milioni di persone e 9 milioni vengono contagiate. Dal 9 al 12 novembre la comunità scientifica internazionale si è data appuntamento in Etiopia per presentare le esperienze sulle malattie infettive e dermatologiche e affrontare il tema dell'accesso ai servizi sanitari per le popolazioni più povere. Il IV Congresso internazionale "Dermatological care for all. Awarness and responsability", organizzato dall'Inmpp 1 (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà), in collaborazione con: Il Tigray health bureau, si terrà in Ethiopia, ad Addis Abeba e a Makallè. Popolazioni senza acqua. Lo scopo è migliorare le capacità diagnostiche e terapeutiche degli operatori sanitari in Tigray e diffondere la cultura necessaria per combattere malaria, tubercolosi, la filariasi e gastroenteriti infantili. Molte patologie si sviluppano anche perché parte delle popolazioni povere non hanno accesso all'acqua potabile e questo porta inevitabilmente al diffusione delle neglected diseases. "Sono malattie quasi dimenticate in Occidente, ma che stanno ritornando con il turismo e gli spostamenti massicci di milioni di persone. L'ultimo covo di meningite, ad esempio, è stato individuato alla Mecca - spiega Aldo Morrone, direttore dell'Inmp - . Spesso ne fanno le spese le popolazioni più povere, dove si vive senza acqua potabile. In Africa, c'è un'emergenza. Serve tecnologia a basso costo, come, ad esempio, le siringhe monouso, le analisi veloci del sangue o il rapid diagnostic test per la malaria per aiutare i paesi in via di sviluppo. In Ethiopia, ad esempio, abbiamo insegnato a 10.000 agricoltori il test per la diagnosi rapida". La potenza della malaria. Solo nel Tigray, nel distretto di Almata, la malaria ha una potenza devastatrice, molto più violenta dell'infezione da hiv-aids. Una delle cause di questa emergenza è legata alla raccolta di acqua piovana che i contadini sono costretti ad usare per irrigare i terreni e quindi sfamarsi. Il destino per tutti è quello di ammalarsi di malaria o morire di fame. Molto diffusa anche la tubercolosi, sempre più pericolosa per la nascita di ceppi farmaco-resistenti. Solo in Etiopia ci sono 50 mila nuovi casi all'anno e centinaia di pazienti morti in attesa di cure. Due milioni di piccole vittime. E poi ci sono le malattie che mettono a rischio soprattutto la vita di molti bambini. "Ogni anno nel mondo ci sono due milioni di bimbi sotto i cinque anni che perdono la vita perché colpiti da diarrea infantile - dice Morrone - . Ma basterebbe poco per salvarli e su questo vorremmo lanciare una campagna. Per curarli basta un poco di sale, zucchero e acqua potabile. Per questo lanciamo un appello alla comunità internazionale. Per una sanità efficiente basta poco". Nel Paese nessun centro oncologico. Sono passati 20 anni da quando Aldo Morrone è andato in Africa la prima volta per aiutare la popolazione nella cura della lebbra. "Proprio a Makallè in Ethiopia, siamo riusciti a crerare un ospedale con 450 posti. Nella struttura lavorano 80 persone. E poi a marzo è nato il Centro materno infantile di Adi Gat, dove in pochi mesi sono nati già 800 bambini". L'ospedale di Makellè è un punto di riferimento per la cura delle malattie. "In Ethiopia ci sono 82 milioni di abitanti - ha aggiunto Morrone - e in tutto il Paese non c'è neanche un centro oncologico. Le persone vengono in ospedale, sanno che possono essere curate gratuitamente. Prescriviamo gli esami essenziali, senza sprechi". (05 novembre 2010)

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