mercoledì 17 marzo 2010

Lombardia, nuove accuse a Prosperini "Dal suo ufficio gestiva il traffico d'armi"

L'ex assessore regionale, secondo l'accusa, era l'intermediario fra società italiane e l'Eritrea. Fucili e munizioni al governo di Asmara eludendo embargo e controlli internazionali di EMILIO RANDACIO Non solo mazzette per assegnare appalti regionali succulenti. Non solo mediazioni per fare acquistare al governo eritreo otto pescherecci dalla società italiana "Cantieri Navali Vittoria". All'interno dell'ufficio dell'ex assessore regionale lombardo del Pdl, Pier Gianni Prosperini, si sarebbe trattato anche la "vendita di decine di fucili e relativo munizionamento", da fornire al governo di Asmara, eludendo i controlli internazionali e gli embarghi e garantendo al politico una entrata illecita con cadenza semestrale. Questa la nuova accusa contro Prosperini, mossa dalla procura di Milano, dopo il suo arresto del 16 dicembre, per corruzione, truffa e turbativa d'asta (la scorsa settimana l'ormai decaduto assessore allo Sport e al Turismo, dal carcere, ha ottenuto dalla procura il via libera a un patteggiamento a 3 anni e 5 mesi). Il particolare, fino a oggi inedito, emerge dalla richiesta d'arresto firmata dal procuratore aggiunto Armando Spataro, con la quale, il 2 marzo scorso, è stato smantellato un presunto traffico di materiale bellico per l'Iran. Le identiche società italiane che rifornivano Teheran, secondo l'accusa, avrebbero svolto traffici con l'Eritrea. E il ruolo di Prosperini emerge da una intercettazione telefonica del 22 agosto scorso tra Alessandro Bon, titolare di una società di Varese grazie alla quale si sarebbe rifornito il governo di Teheran del materiale bellico, e Homayoun Akhtiayari, che dall'Iran avrebbe gestito gli ordini. I due parlano dei pagamenti per saldare i sospesi. "Bon - si legge nella richiesta d'arresto - bramoso del pagamento, chiedeva che questo fosse effettuato nei suoi confronti e non al La Scala (altro soggetto finito in carcere, ndr), poiché temeva che questi non gli riconoscesse la sua parte, impedendogli di elargire la consueta somma a un non meglio identificato politico italiano della cui protezione egli godeva". Bon è esplicito sul ruolo di "mister X": "Non trasferirgli denaro: ogni sei mesi lui deve pagare un politico in Italia e non lo ha ancora pagato... e io ho bisogno dell'appoggio di questo politico. Per cui manda i soldi a me così metto da parte il denaro per il politico e poi gli trasferisco io i soldi di cui ha bisogno...". Ma le Fiamme gialle sono certe della sua identità che rivelano in due rapporti di polizia giudiziaria, poi consegnati alla procura. "Non erano inizialmente riscontrati elementi a conferma di quanto asserito dal Bon, ma in epoca successiva - precisamente nel dicembre 2009, a seguito dell'arresto a Milano del noto politico Pier Gianni Prosperini - sono stati acquisiti concreti elementi che fanno ritenere quest'ultimo il personaggio politico in questione". Nel dettaglio, gli investigatori precisano che "appare verosimile che il Prosperini abbia svolto un ruolo retribuito di intermediario tra Bon e La Scala da un lato e il governo eritreo dall'altro, per la vendita di decine di fucili e relativo munizionamento". Spataro cita anche un articolo de l'Espresso del 5 febbraio scorso proprio sui possibili affari illeciti tra il Pirellone e l'Eritrea, a cui gli indagati "reagiscono con una allarmata e gravissima preoccupazione".

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